Ogni gara che andiamo a correre ha la capacità di regalarci qualcosa.

Non sempre quello che ci riempie sono i tempi, il passo a chilometro o il piazzamento.

Spesso ti riempiono il cuore anche senza avere la migliore prestazione di sempre.

Ed è proprio quello che è successo a Pisa.

Entrando in gara avevo capito sin da subito che non ne avevo, anzi, sentivo di stare in difficoltà, vuoi la poco preparazione, vuoi le tante gare una dietro l’altra e soprattutto l’influenza che mi portavo dietro.

Al quinto chilometro cerco di mettermi sin da subito comodo, senza forzare, senza chiedere a me stesso chissà che cosa, l’obiettivo era quello di onorare la gara e rispettarla, non chiedevo nulla di più.

Era l’ottavo chilometro quando mi sono sentito chiamare, mi giro ed era una ragazza vicino a me alla ricerca del suo tempo migliore.

Non so se mi aveva riconosciuto, se aveva letto il mio nome dietro la maglia, oppure se tramite i social mi seguiva da tempo a mia insaputa, fatto sta che voleva arrivare alla fine con un numero diverso da leggere sul tabellone finale.

Capii sin da subito la sua voglia di arrivare, avrebbe fatto di tutto per migliorare il suo tempo sulla distanza di 21 chilometri, in quel momento non so per quale motivo mi sono sentito responsabile del suo risultato e anche un pò preoccupato visto che non ero per niente in condizione.

Mi sono girato e gli ho detto “SEGUIMI TI CI PORTO IO”.

21 chilometri corsi davvero con il cuore in mano, le gambe avevano improvvisamente preso velocità, non sentivo più stanchezza e più dolori di nessun tipo, la postura era quella corretta e il passo quello giusto.

Mancavano poco più di 100 metri da lontano si vedeva già il tabellone che indicava il tempo, gli dissi

“ALZA GLI OCCHI LI’ C’E’ IL TUO PERSONAL BEST”.

E cosi fù.

Arrivati all’arrivo mi abbraccio, era in lacrime dalla felicità e io con un cuore grande così mi sentivo soddisfatto di essere stato di aiuto.

Vedete la corsa è soprattutto questo, non è solo quello che spesso all’apparenza può sembrare.

La corsa è aiutare il prossimo è sognare ed entrare nei sogni degli altri con la possibilità di poter aiutare a realizzarli, sono le lacrime di chi corre vicino a te, la corsa è testa, tanta testa, perchè probabilmente se non avrei mai aiutato a raggiungere l’obiettivo a quella ragazza avrei fatto una delle mie peggiori gare, in un certo senso ci siamo aiutati a vicenda.

Ricorderò Pisa portando nel cuore le lacrime di quella ragazza, contenta di aver superato se stessa.

In griglia si correva anche per la maratona, il percorso a Pisa è stato ottimale, nessun dislivello di nessun tipo, vi consiglio vivamente di correrla, ne vale davvero la pena.

A presto

Pietro Renzi

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